Fabbricato di Piazzale Canestrini 1

Braidotti, Lodovico - architetto

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Altra denominazione
Padiglione Paolo Barone de Ralli
Localizzazione
Trieste
Piazzale Luigi Canestrini, 1
Comune Censuario: Guardiella; numero anagrafico: 1872
Uso attuale
non utilizzato
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale
Provvedimenti di tutela
DLgs n. 42/2004 di data 07/05/2009
Vincoli

1907

Le esigue disponibilità di spazio del vecchio ricovero di S. Giusto (già sede dell'Episcopio e trasformato, dopo l'inaugurazione dell'Ospedale Maggiore nel 1841, in manicomio) nonché il sempre crescente numero di pazienti che, nonostante l'apertura di uno specifico reparto nella nuova struttura, non riuscivano a trovare adeguata sistemazione, costrinse il Comune di Trieste ad affrontare con solerzia ed immediatezza il problema dei malati psichici cronici. Da tempo le condizioni del vecchio manicomio non soddisfacevano più tanto dal punto di vista sanitario che dal punto di vista logistico: l'idea di progettare un unico complesso in grado di provvedere ai bisogni ed alle necessità delle tre province (Trieste, Gorizia e l'Istria) risale quindi alla seconda metà del XIX secolo. Il problema più immediato era sicuramente quello di trovare un'adeguata ubicazione, un fondo adatto alle esigenze di tutti, comprese quelle primarie dei pazienti. Nel 1893 fu presentato un primo progetto per la realizzazione del nuovo istituto seguendo le indicazioni del medico F. Veronese il quale propendeva per una riabilitazione del malato in una struttura del tipo a porte aperte. Nella seduta del Consiglio della città, datata 22 giugno 1896, si sottolineava infatti l'erroneità di un isolamento totale del malato La soluzione si prospettava quindi sotto gli occhi di tutti: "non più muraglie esterne ed interne", ma istituti appositi, edificati con l'idea di concentrare il meno possibile i ricoverati in uno stesso luogo. Nel 1895 il Comune istituì una apposita commissione cui fu chiamato a far parte l'ing. Natale Tomasi il quale elaborò un progetto per la costruzione di un complesso ospedaliero da erigersi nella zona di Roiano, tale progetto si presentava piuttosto soddisfacente sia dal punto di vista economico che dal punto di vista estetico. Nel 1896 fu bandito un concorso internazionale presieduto da una giuria specifica composta dal uno staff tecnico e medico: il dott. Luzzato, l'arch. Giachi di Milano, il prof. Hesky e due psichiatri, il dott. Canestrini e il dott. Seunig. Tra i 12 progetti presentati emerse per funzionalità e originalità quello dell'ing. Lorenzutti che, a causa di una serie di problematiche oggettive, non venne mai realizzato. Nel 1899 la situazione si rivelò quantomai problematica per la presenza del nuovo tracciato ferroviario Gorizia - Trieste passante proprio attraverso il fondo neo-acquisito con grave disturbo per la quiete dei futuri ricoverati. Il Comune fu costretto quindi a cambiare nuovamente l'ubicazione dell'erigendo manicomio affidandone il progetto all'ing. Lodovico Braidotti (professore da lungo tempo dell'I.R. Scuola Industriale dello Stato, revisore nel 1896 della Società degli Ingegneri ed Architetti di cui divenne segretario-direttore nel 1905). Fu indetto un concorso per la scelta del fondo e si deliberò l'acquisto della proprietà Rumer a est del colle di Scorcola (N.T. 198, 231, 605) per l'importo di circa 200,000 fiorini cui si aggiunse successivamente la campagna Renner (N.T. 195, 196), destinata ad ospitare l'Ospizio dei Cronici. La situazione si presentava però tutt'altro che risolta per la sostanziale mancanza d'acqua che da sempre affliggeva quel fondo e che rischiava di intralciare nuovamente il percorso già accidentato del complesso ospedaliero. Nel 1902 il Consiglio Comunale approvò finalmente il progetto definitivo destinato alla costruzione del nuovo ospedale psichiatrico nella realità di Guardiella. Il 9 dicembre 1902 il Comune approvò la minuta del contratto per l'acquisto della realità Renner N.T. 195 e 196 al prezzo pattuito di cor. 163,000 per l'erezione dell'Ospizio dei Cronici. I lavori di costruzione iniziarono nel 1903, affidati alla ditta Comel, finetti & Venezian . Nel 1907 i lavori del nuovo Ospedale Psichiatrico vennero portati a compimento. Il 4 novembre 1908 il Frenocomio Civico venne inaugurato (primo direttore fu proprio il dott. Canestrini della commissione giudicatrice del progetto). Nel 1923, con la costituzione della Provincia di Trieste, il Frenocomio Civico divenne Ospedale Psichiatrico Provinciale. Nel 1980 la Provincia stabilì in base alle direttive sulla riforma psichiatrica del 1977, la chiusura del complesso ospedaliero. I progetti del fabbricato di Piazzale Canestrini 1 risalgono anch'essi al 1907, allorquando l'arch. Braidotti destinò la zona prospiciente l'edificio dell'amministrazione ad Ospizio per Cronici. Il padiglione, intitolato alla memoria del barone de Ralli, fu quindi attivo sin da subito destinato ad ospitare i lungo degenti. La costruzione, immersa nel verde del giardino piantumato, è a due piani e presenta delle pregevoli decorazioni a ghirlanda con affreschi a motivo floreale. Le grandi finestre del primo livello conferiscono ariosità e leggerezza ad una struttura, che seppur di carattere ospedaliero, rileva nelle sue forme un'eleganza di stile veramente notevole.

Il padiglione De Ralli, fra i più antichi del comprensorio dell'Ex Ospedale Psichiatrico Provinciale, si differenzia per il suo orientamento ortogonale, rispetto a quello di tutti gli altri fabbricati; il prospetto principale con l'ingresso è infatti orientato ad est. La composizione eclettica piuttosto ricca si articola in un fabbricato rettangolare allungato, che si eleva per due livelli fuori terra, più un piano seminterrato. Un ampio terrazzo si apre sopra ai locali tecnici del piano seminterrato in direzione sud. Il vano scala del tipo appoggiato in pietra su putrelle metalliche si posiziona all'estremità nord dell'edificio in prossimità dell'ingresso. Le strutture verticali sono in muratura portante. Risulta inagibile l'interno e pertanto si può solo supporre che le strutture orizzontali siano lignee. Sono certamente lignee le strutture della copertura a padiglione; sporgono parzialmente i puntoni che mostrano parte del tavolato.

ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Un motivo decorativo a fresco su intonaco decora la parte alta della facciata con grottesche dorate su sfondo azzurro. ISCRIZIONE (esterno) Un'iscrizione in lettere metallicge applicate sull'intonaco occupa l'intera facciata est: "PADIGLIONE PAOLO BARONE DE RALLI".

La composizione dei prospetti, omogenea su tutti gli affacci, si caratterizza per la suddivisione orizzontale in una fascia basamentale color porpora, la fascia del piano terreno color ocra e la fascia del primo piano, nuovamente color porpora, separate da sottili marcapiani ad intonaco. Il coronamento è decorato da una fascia a fresco di grottesche dorate su sfondo azzurro. Gli spigoli dell'edificio sono rafforzati da conci alternati di grandi dimensioni in pietra arenaria sbozzata. Lungo tutto il prospetto est si aprono al piano terra ampi fori archivoltati contigui, separati da pilastri con capitello dorico; sull'avancorpo laterale destro il portale di ingresso archivoltato dà accesso all'atrio attraverso un serramento vetrato ligneo a doppia anta con sopraluce verniciato in color porpora; sull'avancorpo sinistro al primo piano sporge un balcone in pietra con parapetto lapideo bulinato. La terrazza in direzione sud è caratterizzati da fori architettonici rettangolari molto allungati e da un parapetto in ferro battuto decorato interrotto a ritmi regolari da colonnine con vasi portafiori in conglomerato cementizio. I serramenti sul lato ovest e quelli del piano primo, racchiusi da cornici in intonaco, sono protetti da serramenti oscuranti in legno verniciati in color porpora. Le specchiature tra le finestre sono arricchite da cornici dipinte sull'intonaco. Gronde e pluviali in lamiera raccolgono le acque piovane dal manto in coppi curvi rossi "uso Trieste".

Compilato in data: 2007

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