Fabbricato di Via XXIV Maggio 4, Casa del Combattente

Nordio, Umberto - architetto

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Altra denominazione
Casa del Combattente
Localizzazione
Trieste
Via XXIV Maggio, 4
Comune Censuario: Barriera Nuova; numero anagrafico: 1998
Uso attuale
Culturale - altro; Culturale - museo; Culturale - sito monumentale
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

1934

La storia progettuale dell'edificio è quantomai ricca e complessa: nel 1912 allorquando la città di Trieste decise l'abbattimento della Caserma grande di Via Carducci, l'arch. Lodovico Braidotti propose l'erezione di un nuovo quartiere con un'esedra monumentale e un movimento di vie a ventaglio. Lo scoppio della guerra pose fine ai progetti, la demolizione della Caserma fu posticipata di una decina di anni venendo semplicemente ridipinta e intitolata a Guglielmo Oberdan. L'avvento del fascismo e di un nuovo modo di concepire l'architettura, improntata sulla semplicità e sulla funzionalità privandola di ornamenti inutili, suggerì una nuova sistemazione dei vasti spazi venutisi a creare Nel 1925 il Comune promosse un concorso per la realizzazione di un monumento in memoria del martire triestino Guglielmo Oberdan, i progetti presentati non incontrarono però il favore del comitato promotore che propendeva per il mantenimento della cella in cui lo sfortunato patriota fu rinchiuso, spazio che faceva parte della preesistente caserma asburgica e che si voleva conservare per onorarne la memoria. I lavori, affidati sin dal 1929 all'architetto Umberto Nordio si presentarono subito vincenti per quell'impronta di classicità mitigata da una ricerca formale di chiara impronta modernista che conferiva all'edificio quel giusto equilibrio architettonico con gli edifici vicini. I lavori, iniziati nel 1931, si interruppero per motivi di ordine economico pochi anni dopo. Nel 1933 fu aggiunto al progetto iniziale una torre alta 54 metri in posizione asimmetrica rispetto al resto dell'edificio. Sulla sommità fu posizionata una campana, sul modello degli antichi broletti medievali. Inaugurata il 29 aprile 1934, la Casa del Combattente con annesso Museo del Risorgimento, enfatizzò sin da subito l'accentuato verticalismo cui l'intera piazza si ispirava

L'edificio in stile razionale modernista si colloca a chiusura della quinta visiva che si apre dall'esedra di Piazza Oberdan verso il colle di Scorcola in direzione nord. L'alta torre in mattoni facciavista e il porticato che taglia la Via XXIV Maggio contribuiscono a determinare visivamente l'appartenenza dell'edificio monumentale alla composizione di Piazza Oberdan, così come nata a seguito della ridefinizione urbanistica dello spazio lasciato libero dalla demolizione della ex caserma asburgica. L'intera composizione volumetrica si gioca sul binomio pietra-laterizio, le cui alternanze sottolineano i rapporti tra le parti dell'edificio e le gerarchie degli elementi. La pianta rettangolare ospita in un avancorpo sulla Via XXIV Maggio al piano terra il sacello del Sacrario dedicato a Guglielmo Oberdan; nonostante l'apparente composizione monolitica, il fabbricato è poi diviso in due parti che ospitano rispettivamente la Casa del Combattente, con le associazioni dei veterani militari, e il Museo del Risorgimento. La torre parallelepipeda con la campana e la bandiera italiana svetta sulla piazza e, innalzandosi da uno spigolo dell'edificio, costituisce un corpo unico con il resto del fabbricato. La struttura portante è in calcestruzzo armato. La copertura piana conferisce un aspetto stereometrico all'edificio.

ISCRIZIONE (esterno) Sul serramento di ingresso al piano terra, un'iscrizione a caratteri stampatello maiuscolo in ferro si inserisce tra il sopraluce e le ante del serramento intitolando l'edificio a "CASA DEL COMBATTENTE" ISCRIZIONE (esterno) Sul serramento di ingresso al museo, al piano terra un'iscrizione a caratteri stampatello maiuscolo in ferro si inserisce tra il sopraluce e le ante del serramento intitolando l'edificio a "CIVICO MUSEO DEL RISORGIMENTO". LAPIDE (esterno) Una lapide in granito rosso, posta nel portico davanti all'ingresso della Casa del Combattente, cita: "DA QUESTA CASA IN MEMORIA E IN ONORE DEI MARTIRI DI TUTTE LE FOIBE AUSPICE LA FEDERAZIONE GRIGIOVERDE DALL'ANNO 1895 OGNI DOMENICA ESTIVA SI DIPARTONO I DRAPPELLI DEI SODALIZI PATRIOTTICI PER SALIRE SUL CARSO A DISPIEGARE IL TRICOLORE DELLA PATRIA SUI SACRARI DI BASOVIZZA E DI OPICINA. A TESTIMONIANZA E AD ESEMPIO. A.D.MMI" LAPIDE (interno) Una lapide in pietra Repen nell'atrio di ingresso della Casa del Combattente riporta la dicitura: "QUESTA CASA UMBERTO NORDIO ARCHITETTO IDEO' E PROGETTO' - MCMXXXIV" AFFRESCHI (interno) Affreschi di Carlo Sbisà ornano le nicchie dei saloni del Museo del Risorgimento al primo piano, raffigurando in pannelli allegorici l'Italia, Trieste, Aquileia, Gorizia, Parenzo, Pola, Zara, Fiume e altre città giuliane, istriane e dalmate che furono teatro degli scontri per l'unità della patria. LAPIDI (interno e esterno) Lapidi e busti commemorativi di varia fattura posti negli atri di ingresso, nel portico antistante e nel Sacrario Oberdan, commemorano i caduti delle due guerre mondiali e gli eroi della patria sacrificatisi per l'indipendenza dei territori istriano-dalmati, tra cui Emo Tarabocchia, Silio Valerio, Spiro Xydias, Guglielmo Oberdan, Antonio Baiamonti, LAPIDE (esterno) Alle pareti del sacrario oberdan è riportato il seguente testo: "AI FRATELLI ITALIANI: VADO A COMPIERE UN ATTO SOLENNE ED IMPORTANTE. SOLENNE PERCHE' MI DISPONGO AL SACRIFICIO, IMPORTANTE PERCHE' DARA' I SUOI FRUTTI. E' NECESSARIO CHE ATTI SIMILI SCUOTANO DAL VERGOGNOSO TORPORE L'ANIMO DEI GIOVANI - LIBERI E NON LIBERI - GIA' DA TROPPO TEMPO TACCIONO I SENTIMENTI GENEROSI, GIA' DA TROPPO TEMPO SI CHINA VILMENTE LA FRONTE AD OGNI SPECIE DI INSULTO STRANIERO - I FIGLI DIMENTICANO I PADRI, IL NOME DI ITALIANO MINACCIA DI DIVENTARE IL SINONIMO DI VILE E DI INDIFFERENTE. NO, NON POSSONO MORIRE COSI' GLI ISTINTI GENEROSI! SONO SOPITI E SI RIDESTERANNO. AL PRIMO ALLARME CORRERANNO I GIOVANI D'ITALIA - CORRERANNO COI NOMI DEI NOSTRI GRANDI SUL LABBRO - A CACCIARE PER SEMPRE DA TRIESTE E DA TRENTO L'ODIATO STRANIERO CHE DA TEMPO CI MINACCIA E CI OPPRIME. OH, POTESSE QUESTO MIO ATTO CONDURRE L'ITALIA A GUERRA CONTRO IL NEMICO! ALLA GUERRA SOLA SALVEZZA, SOLO ARGINE CHE POSSA ARRESTARE IL DISFACIMENTO MORALE SEMPRE CRESCENTE DELLA GIOVENTU' NOSTRA. ALLA GUERRA GIOVANI, FINCHE' SIAMO ANCORA IN TEMPO DI CANCELLARE LE VERGOGNE DELLA PRESENTE GENERAZIONE COMBATTENDO DA LEONI. FUORI LO STRANIERO! E VINCITORI E FORTI ANCORA DEL GRANDE AMORE DELLA PATRIA VERA, CI ACCINGEREMO A COMBATTERE ALTRE BATTAGLIE, A VINCERE PER LA VERA IDEA, QUELLA CHE HA SPINTO MAI SEMPRE GLI ANIMI FORTI ALLE CRUENTI INIZIATIVE PER L'IDEA REPUBBLICANA. PRIMA INDIPENDENTI POI LIBERI. FRATELLI D'ITALIA! VENDICATE TRIESTE E VENDICATEVI! UDINE, SETTEMBRE 1882, GUGLIELMO OBERDAN" LAPIDE (esterno) Alle pareti della cella in cui fu imprigionato Guglielmo Oberdan è riportato il seguente testo: "GUGLIELMO OBERDAN, NATO A TRIESTE L' 1 FEBBRAIO 1858, ARRESTATO A RONCHI IL 16 SETTEMBRE 1882, RICHIUSO IN QUESTA CELLA IL 7 OTTOBRE, CONDANNATO A MORTE IL 10 OTTOBRE, VIDE CONFERMATA LA SENTENZA IL 4 NOVBEMBRE, SALI' AL PATIBOLO E ALLA GLORIA IL 20 DICEMBRE 1882" ELEMENTO ORNAMENTALE (esterno) Sotto al porticato, in un abside ricavata entro il perimetro del sacello, sorge un gruppo statuario bronzeo dedicato a Guglielmo Oberdan, opera di Attilio Selva. ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Sulle pareti esterne della cella Oberdan sono affissi gli scudi e gli stemmi delle città che con i loro contributi di eroi e combattenti caduti, contribuirono all'unità della patria.

L'unica facciata prospiciente la pubblica via è caratterizzata da un ampio portico rivestito in conci di pietra bianca, che ospita gli accessi al Museo e alla Casa del Combattente, nonché l'accesso al Sacrario Oberdan con la cella dove egli fu imprigionato dagli austriaci. Il primo piano, molto alto sulla pubblica via, è messo in evidenza da un rivestimento in conci di pietra bianca che contornano le ampie aperture archivoltate e si stagliano sullo sfondo scuro in mattoni facciavista, che costituisce il rivestimento dei piani superiori, separati solo da un semplice marcapiano quadro a fascia in pietra bianca, immediatamente sopra le finestre dei piani secondo, terzo e quarto. Sotto al parapetto della terrazza del quinto piano, si scorgono sporgere lunghi doccioni in pietra bianca che scaricano all'esterno le acque meteoriche raccolte in terrazza. I serramenti al piano terra son costituiti da ampi pesanti portoni metallici con sopraluce; al primo piano i serramenti a struttura lignea presentano due ante a quattro specchiature, con sopraluce archivoltato. Ai piani superiori finestrature metalliche rettangolari a sei specchiature di ridotte dimensioni si posizionano su una griglia regolare. Al quinto piano serramenti lignei di porta-finestra a doppia anta si aprono sulla terrazza. Piccole feritoie danno luce alla stretta scala metallica interna alla torre. Ampie finestre rettangolari a struttura metallica danno luce ai vani scala addossati alla corte interna al lotto. L'ingresso alla Casa del Combattente è caratterizzato da una bussola in legno che apre all'atrio pavimentato in piastrellino a mosaico color grigio antracite, in accordo con il profilo scuro dei serramenti metallici e in chiaro contrasto con il pavimento della scala in pietra bianca e le pareti dipinte in colore bianco con abbassamento giallo chiaro; lunghe lampade tubolari a tutta altezza illuminano l'ambiente. La scala monumentale ad appoggio in calcestruzzo armato con parapetto ligneo occupa tutta l'altezza libera di tre livelli dell'atrio di ingresso, superando il primo piano che è dedicato interamente al Museo del Risorgimento. Il pavimento della scala è rivestito in pietra e piastrelline a mosaico con un gioco di contrasti tra il grigio antracite e il bianco. I corridoi interni ai piani e le sedi degli uffici presentano finiture molto semplici con pavimenti in linoleum, superfici dipinte in colore bianco e porte semplici verniciate ad olio. Sopraluce in vetrocemento permettono alla luce naturale di penetrare in parte sino al corridoio centrale di distribuzione. Dal quinto piano si erge la torre con una scala metallica che porta alla terrazza in sommità. Una stretta scala costituita da mensole in pietra bianca poste a sbalzo dalla muratura porta ad una stretta terrazza in copertura della torre, dove una campana è sistemata in luce di un arco rivestito in mattoni facciavista. Il parapetto in mattoni faccia vista è concluso da una copertina in pietra bianca bocciardata, che si staglia cromaticamente dal rivestimento in cotto. L'ingresso al Museo del Risorgimento è caratterizzato da finiture molto simili a quelle dell'atrio della Casa del Combattente, ma la scala si ferma al primo piano, interamente occupato dai saloni del Museo, caratterizzati da ampie finestrature e un imponente cassettonato in calcestruzzo armato intonacato bianco, che chiude una volta a padiglione appena accennata.

Compilato in data: 2007

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